Negli articoli precedenti, vi ho annoiato a sufficienza sull’importanza dell’allenamento aspecifico, la parte non di corsa, che la nostra Marta
sta svolgendo per il suo percorso di avvicinamento alla Maratona di New York di Novembre 2018. Il perché un runner debba abbinare delle sedute di forza, volte a migliorare il suo benessere e la sua preparazione fisica generale, spero l’abbiate capito!
Con questi due articoli voglio cercare di darvi un’idea di come impostiamo una seduta di personal training io e Marta. Ovviamente in relazione al suo obiettivo, cioè la maratona.
Personalmente, come professionista, ho imparato e sono convinto che un buon coach, un buon trainer non debba essere vincolato solo ed esclusivamente ad un metodo di allenamento e di lavoro.
Un buon coach deve sempre partire da chi ha di fronte, e sapere adattare le sue proposte in base a ogni situazione specifica. Ma, avere in mano una bussola da poter (quasi sempre) seguire, facilita e non poco il lavoro!
E giusto in questi giorni mi è capitato sott’occhio su Instagram un post molto interessante di Joe Gambino. “Systems are great, don’t get me wrong”, e anche io come tutti ho i miei cavalli di battaglia, quelli che sfoggio quotidianamente e che mi salvano sempre e comunque le chiappe. Avere una metodica da prendere come riferimento, ti permette di semplificare il lavoro con i tuoi clienti, di qualsiasi tipo siano! E, soprattutto, ti permette come trainer di avere una baseline da seguire, sempre e in maniera sicura.
Più faccio questo lavoro, e più sono convinto che la bravura sta nello sbagliare meno nelle scelte, e nel sapere intraprendere la strada che ti faccia perdere meno tempo per raggiungere il tuo obiettivo. E qui, un “system can guide you in your choices”.
Chi mi conosce bene lo sa, (qualcuno anche a sfinimento, vero Alli?), che io ho trovato la mia bussola nel Functional Training e in particolare nella scuola Boyle.
Quasi per caso, mi sono avvicinato al funzionale, ed oggi è diventata la mia principale metodica di lavoro, a tal punto da organizzare anche dei corsi di gruppo! Non è l’unica metodica valida, e non lo sarà, ma è quella che mi guida nella programmazione e nelle scelte a grandi linee.
Mi piace poi l’idea, e qui penso di dover migliorare ancora tanto, che i particolari facciano la differenza. Quindi se “21 vittoria, grande baldoria”, vince chi ha più assi in mano!
Please, go on! Si ok, vado avanti. Mi faccio sempre prendere la mano dalle favole, scusate!
Perché ho scelto il Functional Training?
Intanto ci tengo a precisare che l’allenamento funzionale non è quello sport-specifico come spesso si pensa. Anzi, è completamente l’opposto!
Il Functional Training, quello vero, è in realtà a-specifico, cioè segue una programmazione indipendente dalla disciplina praticata.
E questo è il motivo principale per cui l’ho sposata: è adattabile a chiunque, atleta o no, di qualsiasi età e livello. UNBELIEVABLE!
“Functional training programs train movements, not muscles”, come recita Dio Boyle.
E’ un sistema di allenamento globale, organizzato in progressioni e regressioni, dove l’obiettivo principale è migliorare la propria qualità di movimento, rinforzando gli schemi motori dove siamo ottimali, e migliorando quelli dove siamo più deboli.
L’asciugata sul funzionale ve la risparmio, se volete approfondire qui trovate un mio articolo più completo!
Andiamo al sodo, dajè!
Cosa facciamo con Marta? Cercherò di essere semplice!
Tre distretti corporei: parte superiore, parte centrale, parte inferiore.
Sugli arti superiori, lavoriamo sugli schemi di spinta e tirata, quasi esclusivamente sul piano orizzontale. Un esempio? Piegamenti sulle braccia come spinta, TRX row come tirata.
Si lavora poi anche sul piano verticale, ma con Marta lo risparmio un pò per un suo deficit di mobilità delle spalle e i vari fastidi cervicali di cui soffre!
La parte centrale è costituita dal mitico core! No, non sto parlando in romano, non è il cuore. E non sono nemmeno gli addominali! Per farvela “parla come mangi”, il core è l’insieme di tutti quei gruppi muscolari che hanno il compito di stabilizzare la colonna vertebrale, in particolare il tratto lombare, e il bacino. Si, l’ho fatta molto molto molto facile, ma serve per aiutarvi a capire cosa intendo! Tra questi muscoli troviamo sicuramente la parete addominale e i glutei. Gli esercizi si distinguono in esercizi di anti-estensione, anti-rotazione, anti-flessione laterale. Vi farò vedere poi qualche esempio! L’idea è quella che la nostra colonna deve mantenere il più possibile le sue curve fisiologiche!
Per gli arti inferiori, gli schemi di movimento sono due: ginocchio-dominanti, anca-dominanti. Tutte le varianti di squat, sono esercizi ginocchio-dominanti, cioè che avvengono coinvolgendo principalmente l’articolazione del ginocchio. Tutte le varianti di stacco da terra, sono esercizi anca-dominanti, cioè imperniati sulle anche e sulla loro corretta funzionalità.
Probabilmente avete le idee più confuse di prima!
Ma confido nel prossimo articolo, dove tutta questa pappardella verrà trasformata in un bel contenuto visivo, con video di esempi di esercizi per ciascuna delle categorie sopra elencate!
Don’t miss i!
Noi, continuiamo ad allenarci.
Voi, continuate a seguirci!
E se anche voi state preparando una maratona, una corsa in bici, un evento amatoriale di qualsiasi tipo, condividete con noi la vostra esperienza!!
EP #GinnicoTonico Coach
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